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LittleEye_88.
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si, scrivere forse ancora di più... una volta facevo testi da paura, una volta.....
il 10 luglio avrò un tema come parte scritta di un esame. certo quando studi sull'argomento è più semplice, ma.......... me la sto già facendo sotto.
non sono più abituataaaaaaaaaaaaaaaaaa
I temi dovrebbero continuare a farli fare anche all'università..ci tengono tanto a farci fare l'orale perchè dobbiamo saper parlare, utilizzare un certo linguaggio ecc..... si, ma poi la relazione di un colloquio o di una riunione come diavolo farò a farla?
Lù, e facci leggere qualche articolo scritto da te sono curiosa di 'leggere' il tuo stile..
ultima perla. trovata su face. protesta di ragazzi 'padani'. una cosa del genere su uno striscione..... 'le nostre l'auree sono vere' cioè...... -.-. -
krysma.
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ah x fortuna sono vere le loro L'AUREE
cmq è vero Ale, anche da me tutti gli esami sn scritti e poi infatti agli esami di Stato passano solo 1/3 dei candidati..... -
LittleEye_88.
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come sempre ci vorrebbe una via di mezzo. . -
iopeas.
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Nella grammatica italiana non sono generalmente problematici, ma possono generare dubbi, i plurali maschili delle parole (sostantivi e aggettivi) terminanti in -io per dubbi legati alla tonicità della I e alla varietà delle possibile grafie.
La norma grammaticale prescrive che:
se la I è tonica, -ìo, il plurale è reso con I doppia, -ìi;
(zìo → zìi (/'tsii/); unica eccezione dìo -> dèi)
se la I è atona, -io, sono possibili più grafie: -i, o, con le dovute limitazioni, -ii e -î (anticamente -j);
vàrio → vàri (/'vari/), grafia prevalente e sempre corretta
vàrio → vàrii (/'vari/), grafia latineggiante
vàrio → vàrî (/'vari/), contrazione della grafia precedente
se la I è un segno diacritico, -cio -gio -glio, le uniche grafie possibili sono -ci -gi -gli;
(bacio → baci; agio → agi; aglio → agli)
Le limitazioni alle grafie alternative, utilizzate per lo più per fugare dubbi legati ad eventuali omografie, sono legate sia a questioni di stile (l'accento circonflesso è tipico dell'ambito specialistico in cui occorre evitare ambiguità terminologiche), sia a motivazioni di ordine etimologico, diacritico e fonologico.. -
lunalu.
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Lù, e facci leggere qualche articolo scritto da te sono curiosa di 'leggere' il tuo stile..
guarda, ovviamente non posso copiarli qui, però si possono trovare qui:
www.adamis.it/living/index.php
numeri di marzo/aprile e maggio/giugno
. -
iopeas.
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Complimenti Luana! . -
lunalu.
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in realtà ho perso molto mordente . -
LittleEye_88.
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no, questa nooooo al posto di lirico hanno avuto il coraggio di scrivere L'IRICO . -
iopeas.
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Con accento distintivo si intende un accento grafico la cui funzione non è tanto quella di indicare la pronuncia tronca di un monosillabo, quanto il suo valore grammaticale, distinguendolo dagli omografi, per renderne immediatamente riconoscibile il significato.
In italiano la normativa ortografica non è sempre motivata sul piano logico né coerente, ma si rifà perlopiù a ragioni d'ordine storico o di prevalenza d'uso. La situazione attuale è così riassumibile:
l'accento è obbligatorio su: ché (perché, affinché), dà (dare), dì (giorno), è (essere), là e lì (avverbi), né (congiunzione), sé (pronome tonico), sì (avverbio), tè (bevanda);
è omissibile su "sé", per consolidamento dell'uso, quando accompagnato da stesso e medesimo, ma tale prassi non assurge comunque a una regola grammaticale né "sé stesso" può essere, quindi, considerata una grafia errata.
è ammesso ma sconsigliato su: dài e dò (dare), sù (avverbio).
alcuni grammatici ritengono di dover distinguere tra dai (voce del verbo dare, seconda persona singolare del presente indicativo) e dài (lo stesso, ma nel modo imperativo), il quale si trova anche abbreviato come da'.
Desueto, ma sarebbe obbligatorio, sulle voci del verbo avere ò, ài e à[1], se scritte senza h-, secondo la vecchia grafia, che oggi è decisamente sconsigliabile.
Del tutto agrammaticali sarebbero, secondo l'odierna ortografia, le grafie accentate, quà e quì diffuse sino al '700, in quanto la u dopo la q può avere soltanto valore semiconsonantico, /w/, ed è quindi incapace di portare l'accento tonico, il quale non può dunque che ricadere sull'ultima vocale senza dare problemi di ambiguità di pronuncia.. -
sylvie84.
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Direttamente dai vari forum di hostess:
"gli ho kiamati"
"ho trovato il suo numero e l'ho telefonata"
. -
petradgl.
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Direttamente dai vari forum di hostess:
"gli ho kiamati"
"ho trovato il suo numero e l'ho telefonata"
. -
jessicafornile.
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oggi mi ha fatto morire una coppia di meridionali non so di dove fosse, so che non è un errore ma un modo dialettale di parlare..
"mi cambi la 5?" per dire i 5€
"ho la 50"
D'altronde, come mi fa sempre notare spesso Silvia, io pensavo fosse corretto dire "L'ho inveita" mentre grazie a Silvia ho scoperto che si dice "inveire contro di lei etc." ma penso sia una forma dialettale, perché l'ho sempre sentito dire così!. -
crazygirl87.
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ecco cosa mi capita di leggere stamattina.....
"io nn l'ho vedo"
IO NON HO PAROLE... -
petradgl.
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neanch'io . -
sylvie84.
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oggi mi ha fatto morire una coppia di meridionali non so di dove fosse, so che non è un errore ma un modo dialettale di parlare..
"mi cambi la 5?" per dire i 5€
"ho la 50"
D'altronde, come mi fa sempre notare spesso Silvia, io pensavo fosse corretto dire "L'ho inveita" mentre grazie a Silvia ho scoperto che si dice "inveire contro di lei etc." ma penso sia una forma dialettale, perché l'ho sempre sentito dire così!
Jessica si prende sempre dei gran cazziatoni da me ahahahahaha
Com'eri l'altro giorno? Azzeccata? (intendendo "essere ferrata").
Ah, un'altra di oggi..parlando di rimborsi delle ritenute etc..un paio di ragazze dicevano di andare "in accredito"..semmai "a credito"... va beh...