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krysma.
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ma per il gateau ci può anche stare che è scritto gattò...perchè comunque non è italiano cosi come cordon bleu . -
LittleEye_88.
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ma il tapirulan al posto di tapis roulant è il TOP!!!! letto giusto giusto ieri ! . -
crazygirl87.
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krysma.
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anche òli Ale...tendo a giustificare....
leggete questa:
"c'è l'avrai settato malissimo ci sono molte foto che non mi convingono"
va all'università. -
LittleEye_88.
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avevo scritto ''ahuahauhauah'. Poi ho letto: va all'università.... e mi è venuto da piangere.
Vabè che mi son dimenticata di dirne una.... iscrizione del boy all'uni... pagina per scegliere gli istituti di provenienza... e vai con la voce AEREONAUTICO, poco più sotto AREONAUTICO.
EVVAIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!. -
iopeas.
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La regola delle buone grammatiche (mi riferisco in particolare a quella di Serianni, più volte
citata) dice che l’ausiliare di un verbo che regga un infinito, cioè di un verbo detto servile,
tende ad essere lo stesso del verbo retto: “ho dovuto studiare (ho studiato)”; “sono potuto
partire (sono partito)”. Se l’infinito è di un verbo intransitivo, qualunque sia il suo ausiliare, il
verbo reggente può anche costruirsi con avere: “ha potuto o è potuto vivere lungamente (ha
vissuto o è vissuto)”. Se l’infinito è passivo, l’ausiliare del verbo reggente è quello dei verbi
transitivi, cioè avere (“non ho voluto essere umiliato (non ho umiliato)”. Ma se l’infinito è
essere, l’ausiliare del verbo reggente è avere (“avrebbe voluto essere lontano; avrebbe dovuto
essere più prudente; avrebbe potuto essere più generoso”).
Il cosiddetto effetto di cacofonia non è che la difficoltà di allontanarsi per via di
ragionamento da una norma assimilata e spontaneamente applicata. Da questa risposta al
signor Politano discende quella alla signora Magno: le due forme “ho dovuto correre” e “sono
dovuta correre” (ho corso e sono corsa) e le altre “mi son dovuta fermare” e “ho dovuto
fermarmi” sono parimenti corrette. Quest’ultima coppia esemplifica la costruzione dei verbi
pronominali all’infinito retti da un verbo servile; i quali richiedono essere se il pronome atono
precede i due verbi (“mi son dovuta fermare”), avere se il pronome è enclitico dell’infinito
(“ho dovuto fermarmi”). La scelta, in questo come negli altri casi, non è tra una grammatica
antica e una moderna, ma tra un costrutto che tiene legato il verbo reggente al verbo retto, e
un costrutto che gli consente un’autonomia: io posso ben chiedere “Come hai potuto partire di
nascosto?” e insistere: “Come hai potuto?”, ma meno bene eseguire la stessa insistenza nella
forma: “Come sei potuto partire di nascosto? Come sei potuto?”, perché il verbo avere può
essere ausiliare dell’autonomo potere, ma il verbo essere solo di partire.
Giovanni Nencioni. -
crazygirl87.
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dopo questa penso di averle viste tutte.... ho trovato un bel " chi unque" mamma mia........ripetuto più volte in quel modo.. . -
krysma.
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ahahahahhah fantastico questo si che ci mancava . -
crazygirl87.
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altro stato di fb, altra perla: "cia avuto una chiamata" e poco dopo "cio avuto una strana chiamata" . -
crazygirl87.
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un concentrato di orrori
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crazygirl87.
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krysma.
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ma è siciliano?. -
crazygirl87.
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mmm non saprei...direi forse più napoletano (acchitemmorto..mi sembra più un'espressione napoletana) .