L'italiano, questo sconosciuto

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  1. iopeas
     
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    La regola delle buone grammatiche (mi riferisco in particolare a quella di Serianni, più volte
    citata) dice che l’ausiliare di un verbo che regga un infinito, cioè di un verbo detto servile,
    tende ad essere lo stesso del verbo retto: “ho dovuto studiare (ho studiato)”; “sono potuto
    partire (sono partito)”. Se l’infinito è di un verbo intransitivo, qualunque sia il suo ausiliare, il
    verbo reggente può anche costruirsi con avere: “ha potuto o è potuto vivere lungamente (ha
    vissuto o è vissuto)”. Se l’infinito è passivo, l’ausiliare del verbo reggente è quello dei verbi
    transitivi, cioè avere (“non ho voluto essere umiliato (non ho umiliato)”. Ma se l’infinito è
    essere, l’ausiliare del verbo reggente è avere (“avrebbe voluto essere lontano; avrebbe dovuto
    essere più prudente; avrebbe potuto essere più generoso”).
    Il cosiddetto effetto di cacofonia non è che la difficoltà di allontanarsi per via di
    ragionamento da una norma assimilata e spontaneamente applicata. Da questa risposta al
    signor Politano discende quella alla signora Magno: le due forme “ho dovuto correre” e “sono
    dovuta correre” (ho corso e sono corsa) e le altre “mi son dovuta fermare” e “ho dovuto
    fermarmi” sono parimenti corrette. Quest’ultima coppia esemplifica la costruzione dei verbi
    pronominali all’infinito retti da un verbo servile; i quali richiedono essere se il pronome atono
    precede i due verbi (“mi son dovuta fermare”), avere se il pronome è enclitico dell’infinito
    (“ho dovuto fermarmi”). La scelta, in questo come negli altri casi, non è tra una grammatica
    antica e una moderna, ma tra un costrutto che tiene legato il verbo reggente al verbo retto, e
    un costrutto che gli consente un’autonomia: io posso ben chiedere “Come hai potuto partire di
    nascosto?” e insistere: “Come hai potuto?”, ma meno bene eseguire la stessa insistenza nella
    forma: “Come sei potuto partire di nascosto? Come sei potuto?”, perché il verbo avere può
    essere ausiliare dell’autonomo potere, ma il verbo essere solo di partire.

    Giovanni Nencioni
     
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222 replies since 20/11/2011, 11:48   1826 views
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